Un favoloso centro storico imperniato sul castello medioevale e la settecentesca imponente chiesa parrocchiale ma anche un contorno di autentiche perle edilizie, dalla torre del Cagnola all’Addolorata, alla Trinità infiorettata di Rinascimento dal pennello di Cristoforo Baschenis.
Ad Urgnano avevamo già incontrato uno dei Santuari mariani più insigni e più antichi della Bergamasca, quello della Madonna della Misericordia presso la frazione di “Basella”.
Ora ci indirizziamo, provenienti dalla Strada Francesca, direttamente nell’antico centro storico del capoluogo, dove colpisce per l’imponenza la settecentesca chiesa parrocchiale dedicata ai santi martiri milanesi Nazario e Celso (costruita tra il 1762 e il 1783 su progetto dell’architetto Filippo Alessandri, la facciata tutta in ceppo di Brembate) che custodisce all’interno pregevoli tele (del Tintoretto, di Carlo Ceresa, Enrico Scuri, Angelo Orelli, Francesco Capella e di Pietro Servalli) ed un coro intagliato dai Caniana di Rovetta mentre le sacrestie sono del trevigliese Fabrizio Galliari.
Di fronte alla facciata si intravede, al termine di un breve percorso, il Castello dei Longhi, dei Colleoni-Martinengo e degli Albani - edificato dai Visconti nella metà del XIV secolo - dal 1953 di proprietà comunale.
Spicca però su tutto la splendida torre campanaria cilindrica, neoclassica, alta 54 metri, opera dell’architetto Luigi Cagnola, ultimata nel 1829, anche questa eseguita in pietra di Brembate, impreziosita da 16 statue di santi: Alessandro, Eufrosino, Gregorio Barbarigo, Luigi Gonzaga, Apollonia, Ambrogio, Eurosia, Lucia, Giuseppe, Papa Pio V, Fermo, Francesco di Sales, Vincenzo Ferreri, Francesco d’Assisi e Rustico) che è considerata dalle principali enciclopedie la settima o l’ottava torre campanaria più bella d’Italia e si sa che di belle torri l’Italia è piena, di certo è la più bella della Bergamasca.
La nostra meta è in questa piazza, che ha mantenuto la sua dimensione medioevale, per scoprirvi la testimonianza di due antiche Confraternite: quella della Madonna del Palazzo (successivamente ridenominata di san Giuseppe) e quella della Santissima Trinità e degli edifici religiosi che ancora ne danno testimonianza.
La chiesa già della Madonna del Palazzo si trova di fronte al fianco destro della parrocchiale attuale, sorta sul sito dove preesisteva il palazzo medioevale della comunità ed ha mantenuto le caratteristiche architettoniche dell’origine, solo ha mutato di destinazione, essendo ora sconsacrata ed utilizzata per scopi profani. Un tempo era sede della Confraternita di S.M. del Palazzo, esistente dal XIV secolo e soppressa durante il periodo napoleonico, nell’anno 1798, Anno VI repubblicano.
Sul lato opposto della parrocchiale, anzi quasi a ridosso dell’abside, si affaccia un’altra “perla” una chiesetta, altrettanto antica e ben conservata, aperta al culto, dedicata alla Madonna Addolorata la cui statua troneggia sull’altare, con sottostante in un’urna di pregiato intaglio ligneo, un Gesù crocifisso, ai lati le statue di san Giuseppe e di Sant’Anna, il cui culto è molto sentito ad Urgnano ed anche nei paesi vicini di Pognano e Cologno.
La chiesa della Santissima Trinità è poco distante, il percorso di un breve tratto di circonvallazione ovest, e risale ad un periodo fra il 1300 ed il 1400, sono eloquenti i suoi muri la cui fattura è inequivocabilmente alto medioevale, anche se l’aspetto attuale del monumento viene fatto risalire verso la fine del 1600. L’interno è tutto decorato con affreschi che vanno dal 1500 al 1700 che in parte nascondono e si sovrappongono ad affreschi anteriori.
Le vivaci pareti ci riportano al pennello del bergamasco Cristoforo Baschenis il Vec-chio (1520/1613) dei pittori di Valle Averara e vedono rappresentate sui lati fatti della storia dell’Antico e del Nuovo Testa-mento, sulla pa-rete di fronte l’indizione del Giudizio Univer-sale oltre l’Annunciazione dell’Angelo a Maria e altri due affreschi votivi, nell’abside la SS. Trinità e sulla controfacciata dell’ingresso il grande Giudizio Finale.
Dopo l’elevazione della chiesa nel Seicento e la sostituzione delle vecchie travature in legno con una volta in muratura, un ignoto pittore ha completato l’abside con le figure dei dodici Apostoli in basso (a gruppi di tre come nella “Cena” di Leonardo e però ritratti in piedi) e ricoperto la volta già affrescata con un nuovo dipinto che celebra l’Annun-ciazione di Maria.
Con l’andare del tempo questo oratorio campestre è stato man mano inglobato nel nucleo edificato fino a venirne letteralmente fagocitato, un intervento recente ne ha ripristinato un minimo di sagrato e messo in sicurezza l’accesso migliorando nel contempo il colpo d’occhio e rendendo sicura la viabilità comunque ben ordinata.
Mentre l’ex oratorio di S.M. del Palazzo (poi san Giuseppe) sarà verosimilmente chiuso, basterà in ogni caso ad appagarvi il colpo d’occhio esterno e quello d’insieme della piazza, le altre chiese, quella dell’Addolorata e della Trinità si troveranno aperte nelle ore canoniche. Non si dimentichi di compiere un giro attorno al Castello, bello da vedere tutto l’anno, impreziosito nella prima quindicina di luglio da numerose manifestazioni rievocative in costume d’epoca che incontrano la davvero entusiastica partecipazione degli abitanti del luogo e dei comuni vicini.