Il territorio (vedere le interviste sui numeri 2013 della rivista) va sotto molte differenti definizioni ed è qualcosa da vivere a 360 gradi: il territorio è l’habitat della quotidianità, è sensazioni e ricordi, è pensieri che sono andati in soffitta.
Ma il territorio, continua a sviluppare un forte e positivo influsso sulle relazioni, in particolar modo sul piano storico e della cultura locale.
Prendiamo la nostra associazione, Amici di Gabry al contempo è:
Non vi diciamo alcunché ma vi anticipiamo che esploreremo le antiche tradizioni, in parte ancora presenti:
Poichè questo numero esce in periodo di ricorrenze particolari, la recente ricorrenza di San Giovanni Bosco e la festa de Treì, abbiamo pensato di iniziare questa carrellata sulle voci autorevoli di due pubblicazioni trevigliesi con:
L’idea di creare “non una rivistina” ma qualcosa di giornalisticamente efficace, è dovuta a Manlio Possenti, per molti anni stimato presidente dell’Unione degli ex allievi. Il percorso era molto chiaro: una rivista che consenta un colloquio semplice, informale e diretto tra il presidente e tutti i soci.
Un’idea e subito tanta azione immediata: “Ad Alta Voce” deve raggiungere gli ex allievi dappertutto, per tenere sempre in linea la vita della scuola salesiana di Treviglio.
C’è un avverbio che meglio può essere elevata ad icona del successo della rivista “diligentemente” così veniva preparata la rivista, per dare immagine e voce alla quotidianità ordinaria ed ai momenti eccezionali della comunità.
Alla fine credo che la rivista abbia superato l’ambito comunicativo per divenire una sorta di finestra aperta sulla casa salesiana.
Molti anni dopo la fondazione della rivista, Don Emilio, volle sostituire il muro di cinta con una cintura in ferro perché tutto fosse visibile e luminoso.
“’L Biligot”
è la prima curiosità per chi arriva a Treviglio da altro luogo: capita anche a me, alla prima festa di febbraio, prima le castagne in fila come soldatini, poi il giornale. Le castagne non parlano e tutto va bene, il giornale è in dialetto e per molti anni faccio fatica.
Mi piacciono entrambi.
“’’L Biligot” è una testata umoristica della RAT (Repubblica autonoma di Treviglio, ancora l’autonomia da Venezia e da Milano è in campo).
Esce per la prima volta nel 1928, fondatori Rindo Villa e Brandino Santagiuliana.
La sua vita è legata a Nando Saccardo editore da sempre, oggi con i suoi eredi.
In origine il nome appare al plurale “i biligocc” proprio per richiamare l’intima connessione con i filari delle castagne, caratteristica della festa di “Sant’Ustì”.
Torna in edicola nel 1946, dopo il conflitto mondiale.
Presto passa dal formato quotidiano a quello rivista, con la satira di Rossi e Somenzi.
Si sa tutti lo attendono per veder gli sfotto, scritti ed in vignetta, degli amici ma ognuno, in cuor proprio, vuole esserci, pur facendo finta di non essere interessato, anzi …
In fondo se non vai sulla rivista, forse … non sei così in … prima linea.
Tutti sono sotto esame, politici, signorine un po’ attempate o troppo ruspanti, giornalisti, politici.
E poi sai nel tempo cosa ti combina il giornale, quando arrivi da altre città? Ti fa sentire trevigliese perchè riesci a leggerlo o perchè parlano di te, “un trevigliese”.