Fumo di sigaretta e tumore del polmone sono due elementi che spesso nella nostra mente costituiscono un unico pensiero.
Quanto viene riportato sull’involucro dei pacchetti di sigarette (… intendo quelle foto agghiaccianti di uomini morenti per patologie fumo correlate) e le campagne antifumo promosse dal Ministero e da altri enti a tutela della salute evidentemente non bastano se consideriamo che il tumore del polmone in Italia è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%), e costituisce la prima causa di morte per tumore negli uomini e la seconda nelle donne, con quasi 34.000 morti all’anno.
Nel 2022 in Italia sono state stimate circa 43.900 nuove diagnosi (uomini = 29.300; donne = 14.600) (Rif. I numeri del cancro in Italia 2022. Intermedia Editore).
Negli ultimi anni si è osservata una moderata diminuzione dell’incidenza negli uomini, ma un aumento significativo nelle donne: la spiegazione di queste variazioni è l’abitudine al fumo, che è calata nella popolazione maschile ed è invece aumentata in quella femminile.
In Italia si stima che la quota dei fumatori sia il 25% della popolazione attiva. L’incidenza della neoplasia aumenta inoltre all’aumentare dell’età, con un’età media alla diagnosi di 60 anni.
L’elevata incidenza e le statistiche di mortalità legata a questo tumore, nonostante l’introduzione di nuovi farmaci che permettono in alcuni casi di prolungare significativamente la sopravvivenza dei soggetti affetti, impongono di non dimenticare l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio.
Esiste infatti un chiaro rapporto tra questa abitudine e la malattia, e ciò vale anche per l’esposizione al fumo passivo. Più si è fumato, maggiore è la probabilità di ammalarsi; in questa valutazione per altro sembra aver più peso il numero di anni in cui si è stati fumatori rispetto alla quantità di sigarette fumate.
In numeri… un fumatore rischia di ammalarsi di tumore al polmone circa 14 volte in più rispetto ai non fumatori e addirittura fino a 20 volte se fuma più di 20 sigarette al giorno.
Smettere determina invece una forte riduzione del rischio oltre che favorire in alcuni casi l’efficacia delle cure oncologiche nei pazienti con tumore del polmone.
Tenete però presente che per annullare il rischio cardiovascolare legato al fumo sono necessari 3-4 anni, mentre per portare il rischio oncologico quasi pari a quello di un non fumatore sono necessari 10-15 anni.
Alcuni studi stanno portando alla luce una causa che fino a poco tempo fa era molto sottovalutata e cioè la presenza di radon all’interno delle abitazioni o luoghi di lavoro. Da questi studi emerge che il radon rappresenta la prima causa di tumore al polmone dopo il fumo da sigaretta, con un’incidenza che varia dal 10% al 20% dei casi di tumore polmonare nei paesi occidentali.
Il radon aumenta la sua potenzialità cancerogena di 25 volte nel caso di soggetti fumatori, in quanto questi presentano tessuti polmonari che intrappolano facilmente le particelle di questo gas.
Altre cause sono: lo smog, l’inquinamento atmosferico prodotto dalla combustione di derivati del petrolio, le lavorazioni che comportano l’uso di metalli particolari (nichel, cromo, ecc.) e di sostanze radioattive, l’amianto usato principalmente nella fabbricazione di materiale isolante, nella produzione di freni e frizioni, nei prodotti dell’edilizia, nelle plastiche e vernici.
...e le sigarette elettroniche?
Ne esistono di vari tipi, con differenti soluzioni da nebulizzare e aromi senza dubbio accattivanti specie fra i più giovani. Rispetto alla sigaretta tradizionale, le e-cigs non comportano la combustione del tabacco, e questo evita l’esposizione a sostanze cancerogene come monossido di carbonio, catrame o nitrosammine.
In ogni caso anche questi dispositivi producono sostanze tossiche (quali aldeidi e particolato) ma le concentrazioni riscontrate negli aerosol delle e-cigs, è ancora oggetto di studio; si sa che creano uno stato infiammatorio a livello delle vie aeree con rischio di tosse, asma e rinite, ma solo tra qualche anno sapremo con certezza se sono davvero innocue!
Karen Borgonovo
Oncologa
Oncologia Medica ASST - Bg Ovest - Treviglio